HANDMADE THE MAGAZINE OF WATCHMAKING EXCELLENCE - Articolo di Matteo Zaccagnino
Da "Admiral's Barge" durante lo sbarco in Normandia al Golden Globe con la serie "The White Lotus". La storia dell'elegante motoryacht oggi di Corrado Lopresto.
La luce calda del tramonto. Un gruppetto di facoltosi ospiti si gode la traversata a bordo di un'elegante imbarcazione d'epoca che garantisce il servizio di collegamento, via mare, con la struttura alberghiera a cinque stelle. Il panorama è di quelli che solo l'Italia sa regalare. Tutto è ambientato in quel tratto di costa sul quale si affacciano Taormina e Isola Bella che tanto hanno contribuito a rendere celebre la Sicilia in tutto il mondo. È questa la scena che accompagna l'inizio della seconda stagione di The W71ite Lotus 2. Creata, sceneggiata e diretta da Mike White la fortunata black comedy prodotta da HBO ha vinto si è aggiudicata il Golden Globe come miglior miniserie. Riavvolgiamo il nastro e andiamo indietro di 79 anni. Le immagini in bianco e nero immortalano un'imbarcazione che naviga nelle fredde e grigie acque della Manica. Era il 6 giugno del 1944 e questo elegante motoryacht, insieme ad altre 6.839 navi di tutti i tipi e di tutte le dimensioni, accompagnò gli alleati nello sbarco in Normandia. Più nel dettaglio svolse il compito di "Amdiral's Barge", una sorta di quartier generale galleggiante, nelle operazioni che videro protagoniste le truppe britanniche della Force-S a Sword Beach. A poppa, in quel caso, a sancirne in maniera ufficiale questo ruolo il vessillo dell' Union Jack. Due pagine di storia vissuta. Due epoche diverse e due contesti completamente all'opposto. Ma una sola protagonista: Thelas. È il nome che dal 1936, anno 159 del varo, a oggi accompagna la vita di questa elegante imbarcazione a motore. Rientra a pieno titolo in quella che gli inglesi amano definire gentleman's yacht. Gli elementi ci sono tutti, a iniziare dall'eleganza delle linee esterne esaltate dall'immancabile poppa tonda fino alla presenza dei due alberi in legno utilizzati per esibire il gran pavese nelle grandi occasioni. E, a scorrere la storia di 111elas, i momenti importanti sono davvero tanti. A iniziare proprio dal battesimo con l'acqua avvenuto 87 anni fa ad Amsterdam.
Prima di una serie di sei unità 11zelas fu costruita nel cantiere Amscerdamsche Scheepswerf fondato dall'olimpionico di vela Gerard de Vries Lentsch e discendente della famiglia de Vries protagonista assoluta sulla scena nautica e navale olandese dalla fine del XIX secolo a oggi. L'architettura navale porta la firma di Norman Hart al quale spetta invece il merito di aver progettato tra gli Anni 30 e 40 per conto del cantiere Fairmile e su commessa della Royal Navy pattugliatori, cacciatorpediniere e dragamine che si sono distinti in azione per la loro grande efficienza.
A commissionarne la costruzione fu l'industriale britannico Percy Newsome Hirst. 11zelas nasce dall'unione delle prime tre e ultime tre tenere riferite ai nomi dei suoi due figli Thelma e Douglas. Per l'epoca era considerata un'imbarcazione all'avanguardia. Tra le dotazioni di bordo spiccava la presenza di un generatore, un vero e proprio frigorifero, la disponibilità di acqua calda e un fornello a gas. Non ultimo, i comandi del motore erano rinviati in plancia di comando.
Come per ogni barca d'epoca che si rispetti anche nella storia di questo 21 metri in acciaio riaffiorano momenti unici. Come quello che ha visto nel 1937 Thelas risalire, insieme ad altre 36 imbarcazioni, la Senna da Le Havre fino a Parigi, e ormeggiare al cospeno della canedrale di Notre-Dame. Nell'ambito di questa kermesse, organizzata dallo Yacht Moteur Club de France in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi, a Thelas fu assegnato il "The Golden Burgee" ovvero il trofeo più ambito. Dopo varie vicissitudini, compreso anche un cambio di nome (per un periodo fu rinominata Paloma) la rana del 21 metri ha incrociato quella di Corrado Lopresto, uno dei più importanti collezionisti di auto d'epoca al mondo. "Nel 210 ero alla ricerca di una barca classica che evidenziasse meglio il collezionista che ero diventato negli anni, un oggetto di classe da poter accostare alle auto d'epoca per le quali iniziavo ormai a essere famoso in tutto il mondo.
Non sopportavo più l'idea di andare in giro con i "plascicom" di oggi. Una signora barca ma comoda per i vagabondaggi in famiglia. Quando scoprii Thelas in vendita a Cala Galera, capii che mi stava aspenando" così scrive lo stesso Lopresto nel libro "Lo-presto: [}arte di tenere in vita l'arte da un grande collezionista di auto d'epoca italiane" pubblicato da Bruno Editore. Ma la parte più intrigante di questo nuovo capitolo nella storia di Thelas è stato l'approccio al restauro che, alla luce delle competenze e della passione del nuovo armatore, non poteva che essere all'insegna dell'autenticità. Un lavoro lungo e meticoloso svolto anche grazie al prezioso supporto di Francesco Foppiano che, oltre a svolgere l'attività di docente universitario all'Università degli Studi di Genova, ricopre anche il ruolo di vicepresidente del CIM, il Comité /nternational de la Méditerranée ente preposto a regolare l'attività, a livello internazionale, delle vele d'epoca. Uno sforzo che ha permesso di ricomporre le pagine che compongono questo straordinario di bordo. "Grazie a rune queste informazioni si è potuto ricostruire molto della vita del Thelas, recuperando foto e aneddoti che altrimenti sarebbero andati perduti. L'aiuto dei parenti di Hirst ovviamente fu essenziale. L'anima di una barca è nascosta anche in foto abbandonate in casse di legno in soffina, senza quelle foto e senza quegli aneddoti tramandati a voce, il Thelas sarebbe una bella barca come tante, ma con quelle foto e con quegli aneddoti, il Thelas ha un'anima, un'anima da eroina" conclude Lopresto.
Si ringraziano: la famiglia Hirst, Francesco Foppiano e a Nicola Guirao.
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